Depressione Post Partum

Depressione post partum

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Durante la gravidanza e, più spesso, dopo il parto le donne posso provare disagio, confusione e instabilità emotiva, tristezza, pianto e ansia. Queste sono sicuramente sensazioni normali dovute a modificazioni psicofisiche cui la donna va incontro in quel periodo. Spesso però tali vissuti diventano intensi, invalidanti e motivo di notevole preoccupazione e si possono manifestare a diversi livelli di intensità, via via crescenti:

BABY BLUES

L’80-90% delle neo-mamme ne soffre a 3-4 giorni dal parto, ha un’intensità lieve e non persistente per tutto il giorno, si risolve al massimo nel giro di 2 settimane. Sicuramente è spiacevole e stressante, ma è una condizione normale dovuta alle conseguenze dei cambiamenti ormonali sull’assetto biochimico del nostro corpo (cervello compreso) e dovuta anche agli aspetti psicologici che il parto può comportare.
Non è necessario intervenire con alcun tipo di cura, proprio perché è una reazione normale che si risolve gradualmente da sé.

DEPRESSIONE POST PARTUM

Il 10 – 15% delle donne che hanno partorito ne soffre, non necessariamente con il primo figlio, ed è una forma più intensa e duratura del baby blues. Insorge verso la 3° o 4° settimana dopo il parto, ma viene solitamente individuata fra il 4° e il 6° mese e può durare anche 1 anno o 2.

PSICOSI POST PARTUM

Colpisce lo 0,001% delle donne nel primo mese del puerperio ed è caratterizzato da episodi di perdita del contatto con la realtà, per es. allucinazioni, deliri e comportamento disorganizzato e non riconoscibile come normale comportamento della donna stessa.

In questo articolo approfondiremo la forma intermedia di questa serie di disturbi che possono insorgere nel post parto, e cioè la DEPRESSIONE POST PARTUM (detta anche depressione post natale) perché è poco conosciuta e trattata, nonostante sia invece abbastanza diffusa.

Infatti, il 50% delle donne che ne soffre non chiede aiuto, o lo rifiuta o ricerca assistenza solo per la gestione del bambino e non per sé, e comunque non subito. Ciò può avvenire perché non c’è molta conoscenza riguardo tale disturbo e si pensa di non avere il diritto di stare male in seguito ad un evento così positivo e significativo come la nascita di un figlio.

Spesso non si ricerca aiuto perché non ci si sente capite e riconosciute dagli altri membri della famiglia che invece sono al settimo cielo e non paiono sentire gli aspetti problematici o negativi dell’evento, e così ci si chiude in sé stesse aspettando che passi.

Questo è il punto dell’articolo in cui solitamente elenco i sintomi affinché chi legge possa capire se questo sia o meno il suo caso. Questa volta però preferisco riportare direttamente le parole di una donna con depressione post partum perché penso sia più efficace.

Come si può osservare, in una donna con depressione post partum si alternano una serie di pensieri ed emozioni destabilizzanti e confusivi, spesso originati da determinate aspettative proprie, dei familiari o della società, che mettono in scacco colei che non si sente di raggiungere tali criteri o non si sente come crede dovrebbe sentirsi una madre.

Ecco alcune credenze/aspettative irrealistiche e falsi miti sulla gravidanza e l’essere mamme, che inducono o aggravano la depressione post partum.

  1. La gravidanza deve essere un momento esclusivamente gioioso. Le donne in gravidanza sono sempre felici.
  2. Essere incinta non interferirà col mio lavoro e il mio stile di vita.
  3. Avere un bambino migliorerà il mio matrimonio e la mia vita in generale.
  4. L’attaccamento verso il proprio bambino avviene spontaneamente ed è privo di sentimenti negativi o ambivalenti.
  5. Se sono depressa significa che non mi importa del mio bambino.
  6. C’è qualcosa di sbagliato in me se non riesco a cavarmela da sola.
  7. Nessuno è capace di prendersi cura del mio bambino come potrei farlo io.
  8. La madre sa meglio degli altri cosa si deve fare.
  9. La mamma deve essere perfetta.
  10. Sindrome della martire.
  11. Passerà tutto da solo fra poco. Sono solo stanca, è solo una brutta giornata.
  12. La donna, stando a casa, ha tutto il tempo che vuole.

Per coloro che invece non fossero neo-mamme ma volessero sapere come riconoscere la depressione post partum nella compagna, moglie, figlia?

Ecco alcuni sintomi fisiologici, affettivi e comportamentali che possono essere visibili anche ai familiari:

  • ansia, cattivo umore e irritabilità e manifestazioni di rabbia persistenti
  • tristezza, sconforto, disperazione e crisi di pianto frequenti durante la giornata
  • stanchezza, debolezza e scarsa energia indipendentemente dalle ore di sonno
  • cambiamenti consistenti nell’appetito
  • calo della partecipazione emotiva verso ciò che la circonda
  • mancanza di interesse in attività che prima procuravano piacere o curiosità
  • sentimenti di vuoto e inutilità nei confronti degli altri e della propria vita
  • desiderio di isolamento e di ritiro

Ascoltando con attenzione ed interesse la neo-mamme che sospettiamo soffrire di depressione post partum, potremmo cogliere anche i seguenti pensieri e vissuti:

  • indecisione e difficoltà a concentrarsi
  • frasi di autoaccusa e autocritica sull’essere mamma
  • valutazioni falsate della realtà che portano a considerare gli impegni quotidiani delle montagne insormontabili
  • preoccupazione eccessiva rispetto alla propria salute
  • pensieri sulla morte e sul suicidio
  • sensi di colpa eccessivi e non giustificati

Cosa si può fare?
In questi casi, soprattutto se il problema dura da mesi e influenza la vita quotidiana della mamma e del resto della famiglia, la psicoterapia è necessaria, perché non bastano un po’ di buona volontà, pacche sulla spalla o frasi incoraggianti.

Si deve intervenire: il baby blues può passare da solo, mentre la depressione post partum, se non trattata adeguatamente, può durare anni e/o ripresentarsi nei 5 anni successivi con il doppio delle probabilità rispetto a chi non ne ha sofferto o chi ha ricevuto un trattamento.

Quindi un intervento tempestivo è indispensabile per affrontare questo tipo di depressione, che non è di “serie b”, nonostante sia meno conosciuta della depressione con la D maiuscola. Anzi, in questo caso la depressione può avere conseguenze gravi non solo sulla persona depressa, ma anche sul bambino e il suo sviluppo psico-fisico, senza scordare gli effetti sul padre e sul rapporto di coppia.

La terapia cognitivo-comportamentale della depressione post partum:

  • è immediata e rapida: concentrata sul problema presente
  • concreta e pratica: individua le cause specifiche e propone soluzioni adatte e praticabili fin da subito
  • può aiutare la neo-mamma nella relazione con il figlio e a farsi capire e aiutare dal resto della famiglia
  • Riduce il rischio di ricadute
  • Può essere applicata sia individualmente che in gruppo

Riconoscere di soffrire di questi sintomi e vissuti e chiedere l’aiuto di specialisti come psicologi e psicoterapeuti, non significa assolutamente essere una cattiva madre. Piuttosto vuole dire prendersi cura in maniera adeguata di sé stesse e del proprio figlio, evitando così di prolungare nel tempo sofferenze che andrebbero a coinvolgere, non solo noi in prima persona ma anche il bambino ed gli altri familiari.